Penso positivo di Sabrina Biscaccianti

Ecco la raccolta di tutte le frasi che mi hanno detto persone a me vicine, e che hanno in qualche modo ostacolato il mio divenire, il mio processo di individuazione, il mio poter essere donna oltreché persona.
Sono raccolte di piccole memorie: inquiete, a volte tristi, anche buffe.
La scrittura, poi, mi ha permesso di metterle in ordine temporale.

«La sua bambina è sempre triste».

«Mi scusi signora, la chiamo perché sua figlia è con il suo banchetto
fuori, sul balcone: è inverno, fa freddo, perché le fate fare i
compiti sul balcone?».

«La madre superiora si saluta con un inchino e si risponde: sempre sia lodata!».

«Sei mancina, è la mano del diavolo e noi le mancine in classe non le vogliamo».

«I tuoi sono separati, tuo padre non ti vuole, non ti cerca, forse
perché sei brutta».

«Il tuo compagno di classe puzza perché è figlio di pastori e così
l’abbiamo dovuto lavare, puzzi anche tu».

«Non hai il materiale a posto».

«Il cicciobello biondo non c’era, le abbiamo preso quello cinese, per
la recita andrà bene: farà la mamma cinese».

«Sei distratta, pensi sempre, non sai le cose».

«Sei grassa, ti vesti male, le tue amiche sono più simpatiche».

«Mafalda è il fumetto più bello e divertente, me ne compri un altro? Ti prego!».

«In questa classe sono tutte donne, anche gli uomini».

«Sono tutte più belle, io però sono simpatica».

«Certo, ma è più facile fare la rappresentante d’istituto al Classico;
qui fanno a botte per una biro, un ragazzo, uno sguardo di troppo».

«Sì, faccio le pizze ma so anche scrivere, giuro».

«Anche adesso».

«Seguimi».

Sabrina Biscaccianti