La Repubblica delle banane

Le forze politiche, del centro sinistra, se ancora si possono
usare queste definizioni, continuano a dire che Berlusconi non può
essere il futuro Presidente della Repubblica perché è divisivo.
Usare l’aggettivo “divisivo” é estremamente gentile verso un uomo
il cui curriculum appare tra i meno trasparenti e più inquietanti
della storia politica italiana degli ultimi decenni.
Nulla è chiaro relativamente alle risorse finanziarie con cui ha
costruito il suo impero, o meglio le opacità e le tante domande
rimaste senza risposta, non solo preoccupano, ma rendono evidente
la non idoneità a ricoprire un ruolo istituzionale così
prestigioso e rappresentativo.
Stupisce che Giorgia Meloni, astro nascente della destra europea e
del centro destra nazionale, possa considerare Berlusconi “un
patriotta”, posto che tale definizione va attribuita a chi opera
per il bene della patria e viste le tante oscurità delle vicende
giudiziarie, ma soprattutto le molte azioni messe in atto per
piegare le leggi dello Stato ai suoi interessi personali,
Berlusconi non può essere nemmeno lontanamente paragonato ad “un
patriotta”.
Viene però da chiedersi come mai Salvini e la Meloni, con loro
tutti i parlamentari, siano così “subordinati” alle smanie di
grandezza dell’ex premier.
Perché legano la loro storia a un personaggio che aldilà delle
vicissitudini giudiziarie, viene associato a scandali di natura
sessuale, così imbarazzanti, da costringere l’ex moglie a
denunciarli pubblicamente.
Perché mentire a sé stessi affermando che l’uomo è adatto a
ricoprire un ruolo quando è di tutta evidenza che non ha una
standing adeguato al ruolo né a livello nazionale e tanto meno
internazionale.
È sufficiente ricordare come ai tempi del bunga/bunga, quando ci
si trovava all’estero e si veniva inquadrati come italiani, le
risatine sul Premier erano normali e tutte le gaffe internazionali
di Berlusconi hanno consentito di ridicolizzare tutti noi italiani.
Comunque di tutte le vicende ambigue che hanno caratterizzato la
vita politica di Berlusconi la più scandalosa, da un punto di
vista democratico, è quella legata agli episodi che riguardano
alcuni processi e ai suoi avvocati difensori, che erano pure
parlamentari.
Dunque, quando il processo si volgeva al peggio, l’avvocato di
Berlusconi, si toglieva la toga e piombava in Parlamento, per
cambiare le norme e consentire all’ imputato di non essere più
perseguibile giudiziariamente.
Significativa a tal proposito è la depenalizzazione del “falso in
bilancio”, reintrodotto poi quando Berlusconi non era più Premier,
ma che gli ha consentito di schivare un po’ di condanne.
Una “Repubblica delle banane”, in questo era trasformata la nostra
democrazia e ora si pensa che chi ha cercato di ridurre il nostro
Paese e le nostre Istituzioni, al servizio di un “Uno”, possa
rappresentare “Tutti”?
Povera Patria, se questi sono i Patriotti.

Autori

  • Margherita Cogo è una politica e insegnante italiana, presidente della regione Trentino-Alto Adige dal 1999 al 2002. In seguito ai suoi studi di filosofia all'Università di Padova, lavorò per molto tempo come insegnante. Nel 1985 entrò nel consiglio comunale di Tione come membro del PSI. Nel 1990 fu votata nuovamente e divenne nel 1993 sindaco, primo sindaco donna del suo paese, in seguito alla vittoria della coalizione del centro-sinistra. Nel 1995 fu rivotata per la poltrona di sindaco.

  • Architetto, docente, ricercatrice presso l’Università “Federico II” di Napoli. Esperta di pari opportunità e politiche di genere, è stata definita dai compagni di scuola “la giovane passionaria” perché ha sempre avuto la politica non solo nel sangue, ma anche nel DNA”. Dal 2011 ad oggi è Componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Campania.